Fisco: nuove regole per la cessione di aziende estere con magazzino in Italia

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Fisco: nuove regole per la cessione di aziende estere con magazzino in Italia

L’Agenzia delle Entrate chiarisce il trattamento IVA per le cessioni di rami d’azienda situati all’estero ma con beni in Italia. Una recente risposta a interpello getta nuova luce su un tema fiscale complesso e delicato.

Lo scenario: aziende estere e beni in Italia

Immaginate due società extra-UE, entrambe con identificazione IVA in Italia ma non stabilite nel Bel Paese. Una decide di cedere all’altra un ramo d’azienda situato fuori dall’Unione Europea. Fin qui, nulla di straordinario. Il colpo di scena? L’azienda ceduta possiede uno stock di magazzino in territorio italiano.

La questione centrale: cessione d’azienda o di beni?

Il nodo da sciogliere riguarda la natura fiscale dell’operazione. Si tratta di una cessione d’azienda unitaria o di due operazioni distinte, con la vendita dello stock italiano da considerarsi separatamente?

La risposta dell’Agenzia delle Entrate, contenuta nell’interpello 194/2024, è chiara: lo stock di magazzino italiano va trattato come una cessione di beni autonoma.

Le ragioni della decisione

  1. Localizzazione dell’azienda: Per applicare il regime di neutralità IVA previsto per le cessioni d’azienda, il complesso aziendale deve trovarsi in uno Stato membro dell’UE.
  2. Unità del complesso aziendale: La giurisprudenza europea e italiana considera “cessione d’azienda” il trasferimento di un insieme organico capace di svolgere un’attività d’impresa, anche parziale.
  3. Stock isolato non è azienda: Nel caso specifico, in Italia è presente solo lo stock di magazzino, non un vero e proprio complesso aziendale.

Conseguenze fiscali

Questa interpretazione comporta che:

  • La cessione del ramo d’azienda extra-UE rimane esclusa dall’IVA.
  • Il trasferimento dello stock italiano è invece soggetto a IVA, in quanto cessione di beni.

Implicazioni per le imprese

Le aziende coinvolte in operazioni internazionali simili dovranno prestare particolare attenzione alla localizzazione dei propri asset. La presenza di beni in Italia, anche se parte di un’azienda estera, potrebbe comportare trattamenti fiscali differenziati.

Questa decisione dell’Agenzia delle Entrate sottolinea ancora una volta l’importanza di una attenta pianificazione fiscale nelle operazioni transfrontaliere, specialmente quando coinvolgono paesi extra-UE e beni situati in Italia.

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