Massimo 3 cessioni di credito

Concordato

Massimo 3 cessioni di credito. La nuova normativa per correggere il divieto alla cessione multipla dei crediti fiscali prevista dal Sostegni ter è in dirittura d’arrivo.

Il testo dell’emendamento al Milleproroghe potrebbe essere depositato già oggi per essere esaminato dall’ufficio di presidenza della commissione Bilancio della Camera e trovare il consenso unanime delle forze politiche per arrivare all’approvazione.

La necessità di avere l’accordo di tutti i partiti è legata al fatto che la norma poco ha a che fare con le proroghe: si tratta di un argomento che esula dalla materia del decreto e per questo ci deve essere l’unanimità nell’approvarlo.

I nodi da sciogliere però restano ancora molti e in effetti la corsa contro il tempo è partita.

Se il provvedimento non approda in aula entro giovedì la possibilità di vararlo nel contesto della conversione del decreto sfuma.

Se non si dovesse trovare l’unanimità i correttivi alle cessioni dei crediti potrebbero arrivare con decreto legge già oggi in Consiglio dei ministri.

In ogni caso le modifiche che dovrebbero trovare posto nelle correzioni al Sostegni ter prevedono l’aumento delle numero di cessioni dei crediti fiscali solo per i soggetti vigilati dalla Banca d’Italia e per società o veicoli dei gruppi bancari.

Il numero massimo di cessioni dovrebbe essere fissato a tre.

Sarà introdotta una certificazione di qualità del credito fiscale, a valle dei controlli dell’agenzia delle Entrate, che ne consenta la tracciabilità.

La misura, però, è più facile a dirsi che a farsi: questa certificazione non era prevista in origine, per cui i software di gestione delle pratiche caricate sulle piattaforme devono essere adeguati.

Si pone un tema di tutela della privacy del soggetto che cede in origine il credito fiscale e che poi deve risultare “ricostruibile” in tutto il percorso delle varie cessioni.

Il ministero dell’Economia e l’agenzia delle Entrate stanno facendo le opportune verifiche, ma un parere del garante per la privacy non sarebbe stato acquisito e questo fattore potrebbe incidere sui tempi.

Nel correttivo dovrebbe poi trovare spazio la misura che consentirebbe di avvalersi del credito fiscale sottoposto al sequestro anche negli anni successivi alla maturazione.

Questo per evitare che chi lo ha acquistato perda il diritto all’incasso nelle more del dissequestro.

Resterebbe invece aperta la questione dei chiarimenti – chiesti ieri anche dall’Abi – sul perimetro delle responsabilità per coloro che acquistano crediti oggetto di frodi.

E soprattutto sulle sorti dei crediti fiscali inesistenti, in quel caso non è indicato da nessuna parte chi abbia la responsabilità del pagamento.

Questi aspetti, che hanno implicazioni penali, sono difficilmente risolvibili con un correttivo di urgenza che richiede l’unanimità politica. Non è chiaro, però, se e quando questi interrogativi – che hanno anche implicazioni in termini di trattamento contabile dei crediti sequestrati per le imprese che chiudono ora il bilancio 2021 – troveranno risposta.

Sono in molti però a ritenere che i correttivi che verranno approvati nelle prossime ore, senza i chiarimenti indicati sopra, difficilmente potranno rimettere in moto il mercato.

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