Responsabilità 231: Le principali tendenze giurisprudenziali del 2025
22/04/2025
La responsabilità amministrativa degli enti, disciplinata dal D.Lgs. 231/2001, rappresenta uno strumento fondamentale nel contrasto ai fenomeni di corruzione e illegalità all’interno delle organizzazioni. Con l’evoluzione della giurisprudenza, emergono interpretazioni sempre più precise sui principi che regolano questa forma di responsabilità. Analizziamo le tendenze più significative emerse dalle recenti pronunce della Cassazione nel 2025.
Il principio di irretroattività: non si può applicare ciò che non esisteva
La Cassazione, con la sentenza n. 4535/2025, ha ribadito un principio cardine: non è possibile contestare all’ente un illecito amministrativo basato su un reato presupposto che, al momento della sua commissione, non era ancora incluso nel catalogo dei reati che fanno scattare la responsabilità 231.
Il caso riguardava un’azienda accusata di frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.), reato che è diventato “presupposto” solo con l’entrata in vigore del D.lgs. n. 75/2020 nel luglio 2020. Poiché i fatti risalivano al 2018, la Corte ha accolto il ricorso dell’azienda, sottolineando che non si possono applicare retroattivamente sanzioni per condotte che, al momento della commissione, non potevano generare responsabilità per l’ente.
La Cassazione ha inoltre precisato che anche le attività successive volte a dissimulare l’illecito originario non possono integrare autonomamente la responsabilità, a meno che non si dimostri che fossero sin dall’inizio programmate con questa finalità.
Il sequestro preventivo: proporzionalità e adeguata motivazione
Con la sentenza n. 6580/2025, la Suprema Corte ha affrontato il tema del sequestro preventivo in ambito 231, rigettando il ricorso di una società coinvolta in reati ambientali. La pronuncia ha confermato la legittimità del sequestro di beni dell’ente, sottolineando però la necessità che tale misura:
- Rispetti il principio di proporzionalità
- Sia accompagnata da un’adeguata motivazione del “periculum in mora”
- Giustifichi perché sia necessaria l’anticipazione dell’effetto ablativo rispetto alla definizione del giudizio
Riprendendo principi già affermati nella storica sentenza “Ellade” (Cass. Sez. Un. Penali, n. 26654/2015), la Cassazione ha ribadito che il sequestro per equivalente può riguardare beni di valore corrispondente al profitto illecito, purché sussista un nesso di strumentalità tra l’attività illecita e l’ente.
Sicurezza sul lavoro: quando il risparmio diventa colpa dell’organizzazione
Particolarmente rilevante è la sentenza n. 2768/2025, con cui la Cassazione ha confermato la responsabilità di un’azienda per lesioni colpose derivanti da violazioni delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. I principi affermati sono significativi:
- I criteri di “interesse” e “vantaggio” devono essere riferiti alla condotta omissiva (mancata adozione di misure di sicurezza) e non all’evento lesivo
- Anche un risparmio di spesa esiguo può configurare un vantaggio per l’ente, soprattutto se inserito in un contesto di generale trascuratezza della sicurezza
- La colpa di organizzazione si configura quando l’ente non adotta un sistema adeguato di valutazione dei rischi e non implementa specifiche procedure operative
La Corte ha sottolineato come nel caso specifico le mancanze non fossero isolate ma riflettessero “una vera e propria politica aziendale di incuria in materia antinfortunistica”, finalizzata al risparmio sui costi.
Conclusioni: l’efficacia sostanziale dei modelli organizzativi
L’analisi della giurisprudenza 2025 conferma l’orientamento della Cassazione verso una valutazione sempre più sostanziale dell’efficacia dei modelli organizzativi. Come evidenziato anche nella sentenza n. 43615/2022, non è sufficiente l’adozione formale di un Modello 231, ma è necessaria una verifica concreta della sua attuazione e della sua idoneità a prevenire i rischi.
Emerge chiaramente che il sistema di responsabilità degli enti ha una funzione non solo repressiva ma soprattutto preventiva, richiedendo alle organizzazioni un approccio sistematico alla gestione dei rischi, con procedure operative concrete, formazione adeguata e controlli efficaci.
Per le imprese, la sfida è chiara: implementare un sistema prevenzionistico sostanziale e non meramente formale, in grado di governare concretamente i rischi specifici della propria attività.
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