Rivoluzione IVA per gli enti associativi: nuove regole dal 2025
Il panorama fiscale degli enti associativi si prepara a una significativa trasformazione a partire dal 1° gennaio 2025. Le nuove disposizioni normative introducono cambiamenti sostanziali nel trattamento IVA delle attività svolte da questi enti, con importanti ripercussioni operative per migliaia di associazioni in Italia.
Le novità principali
La riforma segna un punto di svolta: le attività che prima erano considerate escluse dall’IVA entreranno ora nell’ambito di applicazione dell’imposta. Questo cambiamento implica che molti enti associativi dovranno dotarsi di partita IVA per gestire le proprie attività commerciali, incluse le prestazioni di servizi e le cessioni di beni ai propri associati.
Chi deve adeguarsi
La normativa impatterà su diverse tipologie di organizzazioni:
- Associazioni di promozione sociale (APS)
- Enti del Terzo settore in forma associativa
- Associazioni generiche
- Associazioni sportive dilettantistiche (ASD)
Rimangono invece escluse da questa novità le associazioni ONLUS.
Esenzioni e regime di imponibilità
Le attività degli enti associativi potranno rientrare in due categorie:
- Attività esenti: rilevanti ai fini IVA ma non soggette all’imposta
- Attività imponibili: soggette all’IVA con applicazione dell’aliquota specifica per l’attività svolta
Casi particolari e settori specifici
Settore sportivo
Per le ASD è previsto un regime particolare: le prestazioni di servizi legate alla pratica sportiva e all’educazione fisica godranno dell’esenzione, mentre le cessioni di beni saranno soggette al normale regime di imponibilità.
Somministrazione alimenti e bevande
Un cambiamento significativo riguarda le APS con finalità assistenziali: la somministrazione di alimenti e bevande sarà esente solo se rivolta a persone indigenti. Negli altri casi, sia verso soci che non soci, l’attività sarà imponibile.
Chi non deve aprire la partita IVA
Restano escluse dall’obbligo di apertura della partita IVA le associazioni che:
- Non svolgono attività commerciali
- Si limitano alla riscossione di quote associative
- Ricevono solo donazioni o contributi pubblici non a titolo di corrispettivo
Come prepararsi al cambiamento
Gli enti interessati dovranno:
- Valutare la natura delle proprie attività
- Verificare la necessità di apertura della partita IVA
- Adeguare i propri sistemi di gestione e contabilità
- Formare il personale sulle nuove procedure
Tempistiche e adempimenti
Per l’apertura della partita IVA, gli enti dovranno presentare il modello AA7/10 all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dall’inizio dell’attività. La presentazione può avvenire:
- Via PEC
- Di persona presso gli uffici dell’Agenzia
- Tramite raccomandata
- Attraverso il servizio web dell’Agenzia
Questa riforma rappresenta un cambiamento epocale nella gestione fiscale degli enti associativi, richiedendo un importante sforzo di adeguamento organizzativo e amministrativo per molte realtà del terzo settore.
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